La tragedia ha puntato i riflettori sulle strade, i ponti e le ferrovie in rovina del paese. La rapida demolizione e sostituzione di Morandi è stata salutata da molti come un esempio di ciò che l’Italia potrebbe essere, se dovesse Il governo di coalizione di centro-sinistra ha promesso quest’anno durante la pandemia di coronavirus di utilizzare importanti progetti infrastrutturali per riavviare l’economia malconcia, mentre l’Italia scivolava verso la sua peggiore recessione dalla seconda guerra mondiale, affermando che avrebbe semplificato radicalmente la burocrazia per sbloccare alcuni 62 miliardi di euro di lavori di costruzione, e ha promosso il “modello Genova”: una parola in codice per un lavoro svolto in modo efficiente e veloce sotto la sorveglianza di un commissario straordinario.
Il paese ha almeno 50 grandi progetti infrastrutturali che sono in stallo, da un alto treno veloce in Sicilia per l’ampliamento di un’autostrada in Toscana, ha detto la lobby italiana della costruzione ANCE. I progetti si arrestano o non riescono a decollare a causa di lunghe sfide legali a gare d’appalto, aziende fallite, punti politici o battibecchi comunali, tra cui uno in Liguria sul quale il comune dovrebbe ospitare la stazione su una nuova linea ferroviaria.I fondi ci sono: secondo l’istituto di ricerca Cresme sarebbero stati stanziati circa 200 miliardi di euro per il settore alla fine del 2019, spaziando dai fondi del governo e dell’UE ai contributi privati. Il mese scorso il governo ha approvato un “decreto di semplificazione” – pubblicizzato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte come “la madre di tutte le riforme”. Ma lo hanno detto i detrattori non è riuscito a fare gravi breccia nella burocrazia e potrebbe persino rivelarsi dannoso.
La Manager Angelica Donati ha dichiarato che in Italia ci vuole il doppio del tempo per realizzare un progetto infrastrutturale su larga scala rispetto al resto d’Europa, accelerando il processo e migliorando efficienza e trasparenza sarebbero molto apprezzate, ma avverte che il nuovo decreto ha schiacciato la concorrenza, escludendo di fatto le piccole e medie imprese che costituiscono la spina dorsale L’Italia da gare d’appalto per progetti di valore superiore a 5,3 milioni di euro.
Per i prossimi due anni, la pubblica amministrazione può decidere che tali progetti siano trattati come un’emergenza “a causa della crisi legata al COVID … che li escluderebbe da tutti i regolamenti di gara pubblica, oltre a quelle antimafia “, ha detto all’Afp. Un piccolo numero di aziende specifiche può essere invitato a partecipare individualmente al bando, penalizzando coloro che avrebbero fatto offerte di joint venture, o semplicemente sarebbero esclusi.
” Utilizzando la struttura del commissario e Gettare il regolamento, dire che hai il pieno potere di fare quello che vuoi, non è il modo giusto per garantire trasparenza e tutelare la concorrenza “, ha detto Donati.” Il modello del Genoa è una pessima idea, è molto pericoloso “e rischia. trasformare l’Italia nel “Far West”.
La notizia anche su Barrons, International Business Times, France24, RTL Info, The World News.