Il settore delle costruzioni sta vivendo un momento di profonda trasformazione, spinto da un lato dalla congiuntura economica, dall’altro dalle sfide del contesto globale e dell’innovazione tecnologica. Una crisi che può trasformarsi anche in un’opportunità di rilancio per tutto il comparto, per adattarsi alle nuove esigenze del mercato.
Di questo e di molto altro ha parlato in un’intervista al magazine online Scenari Internazionali Regina De Albertis, ingegnere e dirigente della milanese Borio Magiarotti, appena eletta alla presidenza di ANCE Giovani.
Per ridare impulso all’edilizia, servirà infatti un nuovo approccio che metta a fattor comune tutti gli operatori della filiera, guardando anche alle opportunità dei mercati esteri. Un tema, quello dell’internazionalizzazione delle imprese, che vede come responsabile – all’interno della squadra di presidenza di Ance giovani – proprio Angelica Donati.
L’internazionalizzazione è uno dei sei punti-chiave del Suo programma per il triennio di Presidenza. Molte grandi e diverse medie aziende di settore stanno già guardando all’estero da anni. Quali sono, secondo i Vostri dati, i mercati che in questa fase presentano le maggiori opportunità?
La situazione di stallo ha spinto noi operatori di settore a guardare oltre confine, ma internazionalizzarsi non è facile. Prima di tutto è opportuno valutare se la propria azienda è in grado di affrontare questa situazione in modo autonomo, sia dal punto di vista economico che da quello organizzativo. Altrimenti ci si può aggregare, utilizzando la propria rete di contatti.
Ci sono molti Paesi che presentano grandi opportunità: quelli dell’Est Europa, come Ungheria o Romania, e quelli in via di sviluppo, come i Paesi del Continente africano. In primo luogo, però, va valutata attentamente la stabilità politica della nazione in cui si va ad investire. Poi, ci si deve adeguare e preparare per andare all’estero, specie in un settore come il nostro, in cui l’internazionalizzazione comporta un investimento importante, non solo in termini economici ma anche di presenza. È fondamentale, difatti, che l’imprenditore sia presente laddove va ad operare.
Se si va all’estero, insomma, bisogna creare una struttura in loco che continui nel tempo. Non credo che l’attività spot, tanto per fare un’iniziativa e tornare indietro, possa presentare vantaggi effettivi. Come ANCE Giovani organizziamo spesso visite formative e cerchiamo di mettere in contatto i nostri associati con le realtà imprenditoriali locali perché è importante stabilire una partnership con imprese del posto per poter intraprendere la propria attività. Nella mia squadra, Angelica Donati, che lavora con la sua azienda negli Stati Uniti e nel Regno Unito, guida questa delegazione allo scopo di portare gli imprenditori italiani a conoscenza degli strumenti necessari per potersi muovere all’estero.